Facciamo seguito con questo intervento del dott. Maurizio Sebastiani al primo suo contributo rilasciatoci all’indomani
del lockdown. Una nota contenente precauzioni dettate dalle norme e dal buon senso volte a farci transitare verso le fase
3.
Care amiche ed amici,
ci eravamo ormai abituati a rimanere nelle nostre case che ci hanno difeso dal coronavirus e la nostra massima
attenzione è stata rivolta, nel corso delle poche uscite per necessità, a mettere la mascherina ed i guanti, a mantenere la
distanza di sicurezza e, magari, a disinfettare i contenitori con i quali abbiamo portato a casa cibo e medicine.
Il nostro maggiore investimento di successo, per la nostra salute, è stato finora il nostro adeguarci alle norme di
prevenzione.
In questo periodo è anche cambiata la percezione della ricchezza: il vero ricco è stato chi ha avuto a disposizione un
balcone, magari ampio, dove camminare per non prendere eccessivo peso causa inattività fisica e godere della propria
“ora d’aria” quotidiana. Non è vero?
Ora siamo alla seconda fase della epidemia.
E’ il rispetto delle regole adottato finora dalla stragrande maggioranza dei cittadini a rendere possibile la graduale
riapertura di fabbriche, uffici, negozi e più avanti di bar e ristoranti. La motivazione dell’apertura è essenzialmente
economica ma essa è resa possibile quasi esclusivamente dal valore inferiore ad “1” assunto dall’ormai famoso indice
“Ro” (che indica quante persone possono essere contagiate da un singolo infetto). Continuando a rispettare le regole il
numero dei contagiati si ridurrà fino allo zero e ricordiamoci che questo “Ro” è sotto il valore di “1” solo per merito
nostro.
Allora se progressivamente stiamo riaprendo tutto o quasi (mancano ancora la scuola, i luoghi della cultura, i concerti, i
teatri, lo sport etc) è finita la situazione di pericolo? Assolutamente no perché l’aumento delle persone in giro, nei posti
di lavoro, sui mezzi di trasporto pubblico, nei negozi, aumenterà il rischio di contagiarsi e certamente non aiuta il
conflittuale protagonismo da parte di presidenti di regione e sindaci, dei vari colori politici, nei confronti della “cabina
di regia” nazionale e tra di loro.
Cosa è cambiato in positivo in questo periodo? Gli ospedali hanno acquisito esperienza ed hanno imparato a sostenere
un forte afflusso di malati Covid19, alcuni farmaci – seppur non specifici per il virus – sembrano avere effetti positivi
nella fase acuta (e niente non è!). Cosa non è ancora avvenuto? Il potenziamento dei servizi di prevenzione sul territorio
per l’indagine epidemiologica per l’individuazione di tutti i positivi, anche asintomatici, e dei loro contatti con un loro
attento isolamento; la realizzazione di un maggior numero di tamponi, senza ritardi, anche agli asintomatici perché
possono essere portatori del virus e di test sierologici affidabili; la creazione di un sicuro sistema di app telefonica per il
tracciamento dei contatti che corre il rischio di arrivare troppo tardi!
Come posso allora io ancora continuare a rassicuravi? In questa seconda fase della epidemia il ruolo di ciascuno di noi
continua ad essere fondamentale nello sconfiggere il virus e la cosa in sé è rassicurante perché, se fin qui l’abbiamo
fatto, non vedo il motivo per cui ora non dovremmo proseguire a farlo.
Così facendo arriveremo alla fase 3 quando, con un vaccino a disposizione, questo coronavirus non ci farà più paura.
Dal punto di vista psicologico è dura perché non possiamo ancora rilassarci (come ci piacerebbe!) ma la situazione sta
andando nella giusta direzione (come Vi avevo già anticipato nel precedente articolo) e quindi, se ognuno di noi
continuerà a fare la propria parte, possiamo pensare di iniziare a vedere la fine di questa catastrofica ed inattesa vicenda.
E’ certo che dopo molte cose dovranno cambiare!
Dott. Maurizio Sebastiani