Cronache Maceratesi
Privatizzazione dei terreni dell’abbazia di Sant’Urbano di Apiro, polemiche dall’associazione “I tesori della valle di San Clemente”. Il gruppo, a cui partecipa anche l’ex segretario provinciale del Pd,Settimio Novelli, critica la decisione dell’amministrazione comunale di Apiro di appoggiarsi ad aziende private per la valorizzazionedell’area dell’abbazia.
«L’amministrazione comunale di Apiro, da circa due anni – si legge in una nota stampa diffusa dall’associazione -, sta cercando di vendere una parte dei terreni dell’Abbazia di Sant’Urbano (per circa 6 ettari) e alcuni edifici adiacenti alla stessa, privatizzando di fatto il contesto ambientale che ne fa da contorno. Sarebbe poi facile procedere per gradi successivi alla modifica del piano regolatore comunale per permettere ampliamenti edilizi, nuove costruzioni ed alla fine ridurre ed eliminare il contesto d’insieme della vallata ed in particolare dell’abbazia.
Tra l’altro un primo tentativo di vendita è stato revocato a seguito dell’intervento dell’Autorità nazionale anti corruzione che ha contestato le procedure adottate dall’amministrazione comunale, la quale, tuttavia, ha intrapreso inopinatamente un nuovo iter procedimentale finalizzato alla vendita dei suddetti beni immobili».
L’associazione propone sei alternative alla privatizzazione dell’area, formulate in collaborazione con “Italia nostra”. «Siamo sicuri che il modo migliore di tutelare gli interessi dei cittadini di Apiro sia quello di privatizzare edifici e terreni comunali che fanno parte del nucleo di Sant’Urbano? Noi riteniamo – continua la nota di “I tesori della valle di San Clemente” – che sia interesse della comunità quello di conservare la proprietà pubblica di detti beni per sviluppare i seguenti progetti di valorizzazione:
incremento della valorizzazione culturale dell’abbazia di San Urbano attraverso una maggiore possibilità di fruizione da parte del pubblico anche con un migliore utilizzo dei social; proposta di sinergia turistica, ambientale con la “Riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito” e il “Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi” compreso il lago di Castreccioni che tocca i territori dei comuni di Cingoli, San Severino e Apiro; organizzazione di un itinerario culturale, turistico, ambientale e gastronomico che toccherebbe la Gola di Frasassi, l’abbazia di Sant’Elena di Serra San Quirico, l’abbazia di Sant’Urbano di Apiro, la frazione di Elcito di San Severino e altri luoghi di interesse storico-culturale; coinvolgimento del gruppo folcloristico Urbanitas per far conoscere le tradizioni e i costumi del nostro territorio; coinvolgimento della parrocchia di Apiro per aprire al pubblico il tesoro ubicato nella collegiata di Sant’Urbano; recupero ambientale delle aree prospicienti come la ex scuola ubicata nell’abbazia di San Urbano». L’associazione, infine, per quanto riguardo il recupero dei centri e dei borghi attorno l’area lesionati dal terremoto del 2016, ritiene «che ci sia la possibilità di poter avviare una collaborazione con l’Università politecnica delle Marche e con l’Università di Camerino per un progetto, ad impatto zero, volto ad implementare
iniziative nel campo della agronomia, della biologia vegetale e forestale, delle colture arboree, della genetica agraria e della microbiologia alimentare».